Si chiama LA BRIGANTE, è il nuovo romanzo storico di Daniela Piazza, penna magistrale e raffinata, e fa parte della serie iniziata con IL BASTARDO. Si tratta di libri appassionanti e adrenalinici, con personaggi tratteggiati in maniera tanto vivida da sembrare tridimensionali.
LA BRIGANTE è il secondo volume della serie “Fieschi e Doria: saga di una rivalità”, cosa ci dobbiamo aspettare da questo romanzo?
Nel secondo volume finalmente incontreremo e conosceremo l’identità dell’uomo misterioso che nel primo aveva cercato di indirizzare i sospetti di tradimento dell’esercito crociato sul protagonista, Francesco Fieschi. Ma per un mistero che si svela, nuovi se ne aprono: perché quest’uomo odia così tanto Francesco? Perché il suo nome, pur appartenendo a una famiglia molto potente, è del tutto sconosciuto a tutti? Mentre continuano le peripezie di Francesco e Mathieu in Egitto e mentre la Crociata sta prendendo una piega ben diversa rispetto all’inizio trionfale, in Francia anche la moglie di Francesco, Matelda de la Rocheblanche, conoscerà momenti di sofferenza, di ripresa, di commozione, addirittura di esaltazione. In questo secondo volume l’attenzione sarà catalizzata maggiormente su di lei, che non per nulla dà il titolo al libro.
I protagonisti sono Francesco Fieschi e Matelda de la Rocheblanche, ci racconti chi sono e qualcosa del loro carattere?
Francesco e Matelda sono una coppia: inizialmente amanti, poi marito e moglie loro malgrado, si può ben dire che insieme facciano “fuoco e fiamme”. La passione bruciante che li attrae uno all’altra non impedisce che ci siano tra loro momenti di tensione violenta, scenate di gelosia, veri e propri scontri brutali. Francesco è un uomo aggressivo, sempre desideroso di dimostrare la propria supremazia su uomini e donne, animato da un volontà di rivalsa verso la propria famiglia e verso il mondo intero, che accusa di non tributargli i dovuti onori: infatti appartiene a una casata illustre, però non solo è illegittimo, ma si mormora perfino che l’uomo che ne ha riconosciuto la paternità, Tedisio Fieschi, in realtà si sia sacrificato per salvare dal disonore suo fratello, papa Innocenzo IV Fieschi, il vero padre. In famiglia Francesco si sente trattato in modo diverso rispetto ai fratellastri e il suo scopo nella vita è di rendere orgoglioso il pontefice e di dimostrare di essere superiore ai fratelli, a qualunque costo.
Sua moglie Matelda è una donna forte, affascinante, per nulla disposta a lasciare che siano altri a decidere della sua vita. Fin da giovane, dopo la morte di entrambi i genitori, è stata abituata a decidere per sé e per i propri fratelli, più giovani di lei, e a vivere in piena libertà, nelle terre di famiglia in Provenza, lontano dalle corti in cui operava invece suo padre, famoso cavaliere della guardia personale del re. Dal padre Matelda ha ereditato molti tratti fisici (come gli occhi color ambra) e caratteriali. Quando Francesco parte per la Crociata, obbligandola a una vita nel palazzo coniugale che a lei sembra una reclusione, Matelda inizia subito a studiare il modo di evadere da questa costrizione. È un personaggio che sono sicura saprà conquistare le simpatie dei lettori e tenerli avvinti con le sue straordinarie imprese.
Il tuo editor ha detto che LA BRIGANTE è un romanzo femminista, ti riconosci in questa definizione? E perché?
Sicuramente era mio intento costruire un personaggio femminile potente, autonomo, che non accettasse di essere relegato a un ruolo subalterno. La difficoltà stava nel rendere questa figura storicamente credibile, considerando che la vicenda è ambientata nel Medioevo e sicuramente il femminismo era qualcosa di molto là da venire. Matelda però non agisce in nome di una “categoria”: non si fa interprete dei diritti delle donne, ma dei propri. È ben conscia di quelle che sono le regole del suo tempo, è addirittura disposta ad ammettere che la moglie dovrebbe obbedire al marito, che ha il diritto di punirla in caso contrario, perché così le è stato insegnato che è giusto che sia, pena l’inferno. Lei non può che condividere nella teoria le credenze della sua epoca, che però le stanno più che strette e che la portano alla ribellione nella pratica, forse anche a costo di rischiare le pene infernali. È una donna disposta a pagare sulla propria pelle le proprie scelte e il suo bisogno di indipendenza si farà via via sempre più inarrestabile, fino a spingerla alla rottura estrema.
Tre parole per descriverlo.
Avventuroso, coinvolgente, storicamente accurato.
Una citazione che a tuo parere riassume bene il mood della storia.
“In breve, le fu chiaro: doveva andarsene da lì. Non perché ci fosse un altro posto più adatto a lei, non perché desiderasse fare qualcosa di diverso o raggiungere una diversa meta, ma semplicemente perché lì non poteva più stare. Ci aveva provato e non aveva funzionato. Aveva chiesto a Dio di perdonarla ma Dio l’aveva ignorata.
Devo scappare. Questo ritornello iniziò a ronzarle incessantemente nella testa e ben presto non ci fu posto per altro pensiero. Era un’ossessione, che la angosciava e la faceva sentire ancora più in colpa ma che nello stesso tempo tornava a dare, se non un senso, almeno un obiettivo alla sua vita. Uscire da lì. Andarsene, alla faccia di tutti. Qualunque posto sarebbe stato meglio di quello, più adatto a una donna cattiva come lei.”
C’è stata una parte di questo romanzo difficile da scrivere e, se sì, quale?
No, devo dire che questo romanzo è stato relativamente “facile”, probabilmente il più facile tra tutti i miei. L’unica difficoltà è stata quella pratica di trovare il tempo da dedicare a questa nuova passione, perché quando ho scritto la prima bozza, parecchio tempo fa, avevo molti altri impegni, lavorativi e non. C’erano poi naturalmente le difficoltà oggettive: la necessità di fare ricerca, l’attenzione a non esagerare nel dare caratteri “moderni” ai miei personaggi, come era comunque mia intenzione, ma senza incorrere in stravolgimenti storici. Il fatto che la maggior parte dei protagonisti fossero di fantasia, a differenza di quanto accade negli altri miei romanzi storici, ha reso naturalmente tutto più semplice. E per ciò che riguarda la ricerca, sono stata enormemente facilitata, relativamente alla parte sulla Crociata, dall’esistenza di un testo contemporaneo, una Storia di San Luigi scritta da un cavaliere che partecipò alla guerra, Jean de Joinville, nella quale sono descritte “minuto per minuto” tutte le varie fasi dell’evento. È stata questa la mia fonte di riferimento fondamentale.
Un’altra piccola difficoltà è stata la rielaborazione del testo per la versione in tre volumi, quando mi sono resa conto che il romanzo aveva dimensioni “monumentali”.
Sei già al lavoro per il prossimo volume?
Come appena scritto, i tre volumi di questa saga sono frutto della rielaborazione di un testo scritto come romanzo unico. Pertanto la traccia di base del terzo esiste già e ha una caratterizzazione ancor più “d’avventura” dei primi due, visto che nel frattempo la Crociata è finita. Sarà tuttavia necessario riprenderla radicalmente, in modo che possa essere goduta anche come romanzo singolo (così come ho cercato di rendere parzialmente autoconclusivi anche i primi due). Inoltre, nel corso della revisione del secondo volume, ho spostato in quello tutti i capitoli dedicati a Matelda inizialmente nell’ultima sezione, per cui mi rimane completamente scoperta la storia della mia eroina femminile, che sarà totalmente da inventare. Ma questo personaggio mi è entrato talmente nel cuore, che credo non sarà un problema stare ancora un po’ in sua compagnia e renderla protagonista di nuove, appassionanti imprese.