Dopo il successo di “Terra sporca”, Premio Romanzo Giallo alla XX edizione del Premio Letterario Lago Gerundo, Menzione come Miglior libro di indagine e denuncia III edizione Concorso Letterario Emanuele Ghedini e Selezionato alla IX edizione del Premio Letterario Città di Como, torna il vice questore Matteo Caserta con una nuova indagine. Scopriamo di più di “I conti che non tornano”, il nuovo romanzo di Marco Speciale.
“I conti che non tornano” sancisce il ritorno del vice questore Matteo Caserta. Questa volta quanto sarà difficile per lui sbrogliare la matassa del caso su cui si trova a indagare?
Il caso si presenta sin da subito intricato. Come spiegare la sparizione dell’Amministratore delegato di una banca? Omicidio, rapimento o allontanamento volontario? Persino la malavita organizzata non sa come orientare le ricerche. Ha inizio una caccia all’uomo dagli esiti imprevedibili. Caserta, in evidente difficoltà, subisce una fascinazione dai risvolti hitchcockiani che gli farà commettere un drammatico errore.
Nel volume precedente ci avevi parlato di ecomafia, di malavita, di politici corrotti. Anche in questo nuovo libro affronterai tematiche così attuali?
La realtà è una continua provocazione. Nel 2020 stavo meditando sul nuovo romanzo e sono incappato in un’inchiesta del “Financial Times” sui rapporti fra alta finanza e ‘ndrangheta: una lettura sorprendente e inquietante. Inoltre, avevo seguito da vicino la storia di un imprenditore costretto al fallimento per mancati rimborsi da parte dello Stato. Il caso era stato strumentalizzato dalla politica, per l’uomo si era persino pensato a un incarico governativo. Finito il clamore mediatico, di lui si sono perse le tracce.
Si tratta di due problematiche senza alcun legame apparente, ma che sono state lo spunto per la creazione del romanzo: la penetrazione della ‘ndrangheta nei circuiti finanziari e la caduta sociale di un uomo. Le due vicende si intersecano con esiti imprevedibili. È innegabile che, col declino del giornalismo d’inchiesta, si siano aperti spazi che alcuni scrittori di gialli e noir stanno di fatto occupando, pur nella diversità di ruoli e funzioni.
Come ritroviamo Matteo Caserta? Ci racconti un po’ chi è?
Come ritroviamo Matteo Caserta? Dimagrito! 138 chili erano decisamente troppi, la rigida cura dimagrante intrapresa condiziona il suo umore per tutto il romanzo. Come si intuisce da questa premessa, Caserta ha una presenza scenica… ingombrante! Lui, vice questore, sfoggia un’anticonformista folta barba che gli è valsa il soprannome di Carlo Marx. È tutt’altro che un adone. Non ha scordato le sue origini beneventane e, pur al Nord da trent’anni, si diverte a sottolineare le contraddizioni del mondo settentrionale. Mantiene uno sguardo attento e prudente sulla realtà, sottilmente ironico. Lo disturbano i toni sovraeccitati del vivere sociale, detesta l’ingiustizia. Ha un rapporto fortemente empatico con la sua squadra un po’ naif. Adora la sua famiglia, ritornare a casa dal commissariato ha per lui un valore salvifico. “I conti che non tornano” è il quarto romanzo con Matteo Caserta protagonista.
L’ambientazione è sempre la Brianza, terra che tu conosci bene: quanto ti fai ispirare dal luogo in cui vivi quando scrivi? E quanto di te c’è nei personaggi dei tuoi libri? (E, soprattutto, in quali?)
La descrizione dei luoghi in cui ambiento i miei romanzi, la Brianza soprattutto, è funzionale al romanzo, deve riverberare i sentimenti dei personaggi, delineare certi tratti sociali, oppure è una pausa lirica che prepara e amplifica gli eventi. Le vie cittadine o gli ambienti naturali, che mi trovo a descrivere, non sono mai una fotografia ma la mia percezione di questi spazi. Spesso immagino luoghi che non coincidono, né voglio che coincidano, in modo preciso con la realtà.
Per quanto riguarda i personaggi, c’è molto del mio vissuto. Storie, situazioni, esperienze si smontano e si ricompongono fino a creare le donne e gli uomini che popolano i miei romanzi, ma in nessuno mi riconosco per davvero. Mi appartiene sicuramente l’ironia di Caserta, la sua visione disincantata, ma mai cinica, della realtà. E la sua ferma, ostinata voglia di giustizia.
La tua citazione preferita di “I conti che non tornano”?
Ci sono molte frasi del romanzo che mi rappresentano. C’è un punto del romanzo, ad esempio, in cui Caserta ragiona sul concetto di opinione pubblica, un ente ignoto a cui tutti, specie i politici, fingono di rivolgersi, alimentando sterili polemiche destinate a esaurirsi in una manciata di ore: “L’opinione pubblica era un’idea dai colori vivaci, un pugno di papaveri che accende i bordi delle strade o i campi a riposo, tempo un giorno e si sarebbe spampinata miseramente.”
Ne citerei poi un’altra, molto più leggera: “Le tentazioni si vincono con facilità specie quando non si manifestano per intero.”
Come per il volume precedente, anche per questo nuovo libro ti chiediamo tre aggettivi che lo descrivono.
Hitchcockiano, potente, appassionante.
Per saperne di più sull’autore, qui trovate la biografia di Marco Speciale. I suoi libri pubblicati da AltreVoci Edizioni sono “Terra sporca” e “I conti che non tornano“.