DIECI TAZZE A COLAZIONE è il libro di Irene Renei, pagine che toccano nel profondo, che ci offrono grandi spunti di riflessione con una scrittura chiara, vibrante ed emozionale.
Cosa è per te DIECI TAZZE A COLAZIONE?
Difficile riassumere in poche righe quale significato abbia per me questo libro.
Più di tutto forse è stata un’esigenza. Quella di mettere ordine tra un guazzabuglio di sentimenti contrastanti, e ugualmente potenti, che mi hanno travolto e coinvolto negli ultimi anni. È parte di me e allo stesso tempo lì dentro io sono poca cosa. È un libro fatto di donne, di adolescenti in crisi, di bambini sofferenti e allo stesso tempo di speranze da costruire.
Le storie che hai raccontato sono reali, così come lo è la tua: quanto fa paura aprirsi così tanto agli altri?
Ci vuole una sana dose di incoscienza, forse, per buttarsi a capofitto in storie di vita così difficile. Ma paura no, non l’ho mai provata. Sgomento, impotenza e una gran voglia di amare. Difficile capire le dinamiche di cuore che si accendono all’interno di una comunità che accoglie madri e figli.
E aggiungo, che dietro quella pagina dorata della buona azione c’è una sana dose di egoismo. Fare del bene ti fa stare bene, dà un sapore diverso alla tua quotidianità.
Chi ti ha letta in anteprima cosa ti ha detto in merito a DIECI TAZZE A COLAZIONE?
La prima a cui l’ho dato da leggere è stata la mia amica del cuore. Era entusiasta ma in realtà io non mi sono fidata del suo giudizio.
Mi ama troppo per essere obiettiva, pensavo.
La svolta è arrivata quando ho trovato il coraggio di chiedere il parere ad un amico di mio marito, uomo di cultura, talent scout da molti anni in campo musicale, laureato in filosofia e al conservatorio: un uomo con cui è difficile rapportarsi alla pari. Ne è rimasto colpito fino alle lacrime.
Lì ho iniziato a pensare che valesse la pena provare a pubblicare.
Qual è il messaggio che vuoi che arrivi alle persone che leggeranno il tuo libro?
Io non ho la presunzione di poter dare messaggi. Certo mi piacerebbe che il libro possa portare, al termine della lettura ad alcune riflessioni.
Una per tutte che a questa società non si può solo ed esclusivamente chiedere. Bisogna imparare a dare. Almeno provarci.
Una citazione che seconde te racchiude il senso di tutto quello che hai scritto.
Solo la cura ci rende genitori e figli.
Non i cognomi non il sangue.
Tre parole per descrivere DIECI TAZZE A COLAZIONE.
Sempre più difficile! Amore, dolore, sostegno.
E ora la domanda più difficile di tutte: chi è Irene?
Irene è una donna di cinquant’anni ed è mille donne diverse. Pratica e sognatrice allo stesso tempo, piena di ideali e di insicurezze, punti interrogativi sempre in tasca, un marsupio per accogliere mille ragazzi e una donna innamorata di suo marito e dei libri.
Mille cose ancora. Ma vi annoierei.
Scriverai ancora? E, se sì, cosa?
Io credo proprio di sì. A breve darò forma a una raccolta dei pensieri più significativi pubblicati sul mio blog “Donne che pensano” con qualche inedito e alcune piccole riflessioni.
E un nuovo romanzo ha già iniziato a vedere la luce. Troppo presto per dargli un sesso e un nome. Diamogli il tempo di crescere.